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Cantami ancora, o Diva, la dolce lingua d’Omero

di Dr. Alessio Lodes

Se e’ vero che il greco antico ci impregna tutti dalla notte dei tempi, e’ anche vero che risulta lontano e misterioso, e perfino estraneo a chi non ne abbia qualche nozione scolastica, ne’ bastano tutte le etimologie greche che evochiamo ogni giorno a rendercelo immediatamente familiare. Il latino, al contrario, appare assai piu’ collegato alle nostre vite, come un parente ineludibile. Tanto per iniziare e’ scritto nel nostro stesso alfabeto; e poi anche quando non lo capiamo, ci sembra di capirlo, perche’ il suo lessico e’ genitore del nostro, e anche se forme e significati non corrispondono piu’ a quelli attuali, resta un’illusione di continuita’ e di appartenenza.

La storia del latino e del greco e’ solo una storia quando se ne seguano le traiettorie sulla mappa della cultura europea. Le divergenze, pero’, non mancano. Tra queste mettiamo non solo le particolari vicende dell’uno e dell’altro, ma anche il diverso modo in cui nei secoli si e’ pensato all’uno e all’altro. Il latino suggerisce durata e stabilita’: il greco evanescenza e rovina. Sparito dalla mappa degli studi per secoli, e’ diventato la raffigurazione stessa della nostalgia. In eta’ moderna, dopo i trionfalistici recuperi del Rinascimento, la conoscenza del greco si e’ fissata sempre piu’ in mito, significando lotta contro le forze della disgregazione, contrapposizione al declino, recupero del vigore, ritorno all’originie, “rimpatrio”, o perfino indagine dell’io. Holderlin, Leopardi, Nietzsche, Freud docent, per nominare alcuni insigni.

Non si tratta solo di lingua: riguarda il pensiero, l’immaginazione, la vita. Il greco e’ personaggi umani e divini, politica, miti, luoghi, valori morali, concezioni estetiche, emozioni, sentimenti. Inoltre si porta tutta l’ambiguita’ delle cose antiche, i cui messaggi si offrono e si sotraggono a un tempo, e ci costringono ad apprendere altri codici, altre categorie, altre intenzioni.

Ci sono difficolta’ dell’ espressione, la ricercatezza del dire, la straripante abbondanza lessicale, che le nostre moderne traduzioni non renderanno mai perfettamente. C’e anche uno speciale senso di responsabilita’, che investe lo studio di una sorta di commozione, perche’ si sa che, quando trattiamo col greco, trattiamo con i  nostri inizi, o almeno con un’immagine dei nostri inizi.

La storia del greco e’ assai piu’ antica di quella del latino. I suoi primordi letterari, come indicano l’Iliade e l’Odissea, coincidono gia’ con un altissimo grado di sviluppo culturale e linguistico. Non solo. I poemi omerici, per quanto arcaici e fissi in una certa formularita’, godono di tale fortuna da risultare sempre contemporanei a tutta la letteratura successiva, costituendo la base di una comune educazione e di una memoria nazionale. Non c’e scrittore di rilievo che con questi testi non si sia dovuto confrontare. La stessa ricerca filosofica dovra’ fare i conti con l’autorita’ di Omero. E si troveranno ancora prosecutori ed imitatori di Omero molti secoli dopo la nascita di Cristo. Al latino e’ mancato un avvio cosi’ influente. Gli e’ toccato, anzi il destino contrario di negare con crescente convizione la propria antichita’, finche’ non si sia perfezionato e canonizzato nella scrittura di due campioni come Cicerone e Virgilio.

L’anima del greco e’ comparativa. Guarda all’altro (si comincia coi troiani) e lo definisce attraverso antitesi, simmetrie, parallellismi, comparazioni. Ricerca e rappresenta il dibattito, la lite, la gara-giudiziaria, sportiva, militare, oratoria e parimenti persegue l’amicizia e lo scambio generoso. A questa tendenza al confronto contribuiscono indubbiamente le conidizioni geo-politiche della nazione. I greci si considerano un solo popolo, ma si sentono e sono divisi. Quando parliamo di loro, non intendiamo uno Stato unitario, ma evochiamo un insieme di citta’, varie centinaia, che si governano ciascuna in modo indipendente. Ci sono monarchie, oligarchie, tirranie, democrazie, e queste tentano continuamente di venire a patti le une con le altre attraverso la diplomazia ed attraverso la guerra, amminastrando alleanze, tregue, influenze reciproche, anche di fronte alla costante minaccia di ingerenze straniere, come quella persiana, prima, e quella macedone, poi.

I greci hanno saputo trasformare la divisione in occasioni critiche, che sono certamente il loro lascito piu’ vitale e positivo. Impariamo da loro: a parlare confrontando, a riconoscere le differenze e le sommiglianze, lo specifico e il generale, e a riportare le sfumature nell’incolore della comunicazione mediatica e il senso di un altrove nel deserto della cosidetta globalizzazione. Abbiamo bisogno di ridare ai nostri linguaggi visione e consapevolezza: di ridare peso civile o, per dirla con un vocabolo d’origine greca, politico a quello che pensiamo e diciamo. I discorsi anche i piu’ privati, si svuotano e perdono significato quando smettono di misurarsi con un’idea di mondo.

La storia del greco, fin da Omero, e’ caratterizzata da un vero e proprio culto della parola, di cui sono testimonianza le piu’ varie forme letterarie. Con la parola si cercano la verita’ e il senso delle cose possono coincidere con l’esercizio stesso della parola. E tale ricerca procede con la coscienza che la verita’ sfugga o si travesta o non si lasci afferrare, e che la lingua umana sia sempre esposta al rischio di diffondere rappresentazioni fallaci, e dunque, debba sempre vigilare sui propri meccanismi per il bene comune.

Testi consultati:

Baglioni, D. L’etimologia. Roma: Carocci, 2016; 
Etimologia e storia delle parole. [s.l.]: Cesati, 2018;
Marcolongo, A. La lingua geniale. 9 ragioni per amare il greco. Milano:Laterza, 2016.  

Dr. Alessio Lodes è docente, autore e ricercatore; laureato in Lettere, in Conservazione dei beni culturali ed in lettere Moderne e Classiche; è autore dei seguenti libri:

Dalle Origini Latine all'Italiano di Oggi

Le Le origini e gli sviluppi della letteratura latina

Corso di lingua e grammatica italiana

Il romanzo classico dalle origini greche ai due romanzi latini

Dr. Alessio Lodes
Pordenone (Italia)
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