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Sofia e la scoperta della filosofia

Sono una discente dell’Istituto Ial di Pordenone, frequento il secondo anno del corso estetista e la mia passione oltre il lavoro di estetista sono la lettura e lo studio. Ritengo che anche se molte mie compagne credano che per svolgere la sudetta attivita’ sia necessario solo avere nozioni di pratica, al contrario sia un “officium” per un’estetista leggere, informarsi di letteratura, storia, diritto ed avere delle basi con cui intraprendere un discorso sensato con qualsiasi cliente, un deficit che non immaginavo come potessi colmare e cosi’ ho provato ad immergermi durante le vacanze di Natale, su consiglio del mio docente di italiano, in un romanzo sulla storia della filosofia, come apprendiamo dal sottotitolo “Il mondo di Sofia” di Jostein Gaardner. La filosofia... quella strana materia che ha come focus “l’amore del sapere”, secondo quanto designo’ Pitagora. 

Sofia e’ la protagonista della storia, una fanciulla di quindici anni che riceve per errore una cartolina con un iter di quesiti esistenziali sulla vita, sul mondo e sul pensiero umano. Il romanzo di Gaarder si apre con un sentiero filosofico di possibile comprensione per Sofia e per facilitare quest’ esperienza formativa, a Sofia viene affiancato un professore di provata capacità dottrinale: il professor Alberto. Di rilievo è la sua prima considerazione: “ad eccezione dell’uomo, nessun essere vivente si meraviglia della propria esistenza; è la ricerca di ciò che è nascosto dentro la meraviglia che genera un più elevato sviluppo dell'intelligenza individuale.” Albert, con questa sua prima osservazione, suscita un forte interesse per Sofia e verso l’educazione del pensiero. Gaarder, col suo romanzo ci propone un iter accessibile alla filosofia ed affida ad Albert la possibilita’ di prendere per mano la ragazza, il cui nome di battesimo e’ Sofia, tradotto dal greco antico significa “saggezza” e pertanto rappresenta tutti noi lettori incuriositi, riportandola nella dimensioe degli infiniti “perche?”. Ma quando nasce nell’uomo l’impulso a filosofare?

Certamente dopo aver soddisfatto i  bisogni materiali, e dopo che l’uomo ha smesso di interpretare la realtà e l’esistenza umana attraverso il mito, e ha cominciato a cercare le cause prime dell’universo. Lo scopo della filosofia è dunque il  desiderio di conoscere la verità.

Da cosa nasce questo bisogno?

Secondo Platone e Aristotele dalla meraviglia che prova l’uomo quando si pone davanti  all’universo come un “Tutto” (panismo) e si chiede quale ne sia l’origine e il fondamento e quale posto occupi egli stesso in questo universo. I contenuti della filosofia sono le domande, le più generali possibili, che l’uomo si pone  per tentare di comprendere la totalità del reale.

Domande che riguardano tutti gli uomini in quanto uomini, che si riferiscono soprattutto ai problemi del conoscere (gnoseologia) e dell’essere (metafisica): possibilità e limiti della conoscenza umana; i fondamenti costitutivi dell’universo; qual è il senso della vita umana? Dio esiste? La vita continua dopo la morte? Che cos’è il bello? Qual è il retto comportamento? Quali sono le regole del ragionamento?

La filosofia si pone come impostazione unitaria della conoscenza, e come discussione dei suoi limiti e delle sue possibilità. Da essa in passato sono scaturite le singole scienze. La filosofia ha ceduto ad esse la trattazione tecnica dei vari argomenti, ma non la trattazione filosofica, ossia l’esame critico ed unitario delle conoscenze, che rappresenta  in definitiva il nucleo centrale della cultura.

La filosofia mantiene il suo senso anche dopo il trionfo delle scienze particolari, perché esse rispondono solo a domande sulla parte e non sul “tutto”.

C’è però un punto in comune tra filosofia e religione: quello di occuparsi di speculazioni riguardo alle quali non è stata finora possibile una conoscenza definita.

Ma perché perdere tempo su tali insolubili problemi?

Perché da quando gli uomini sono diventati capaci di libero pensiero (quindi non hanno  più voluto accettare risposte dogmatiche), le loro azioni sono venute a dipendere dalle loro teorie sul mondo e sulla vita umana, su ciò che è bene e ciò che è male (sistema di valori).

Insegnare a vivere senza la certezza e tuttavia senza essere paralizzati dall’esitazione è forse la funzione principale cui la filosofia può ancora assolvere. Ma veniamo al metodo che la filosofia segue nelle sue indagini.

Essa mira ad una spiegazione puramente razionale della totalità (realtà) che vuole indagare.

Essa va, con la ragione, oltre l’esperienza e i fenomeni per trovare le cause della realtà.

A somiglianza delle scienze particolari propone asserzioni fondate su criteri generali di conoscenza universalmente accettati e controllabili.

Perciò si può dire che Filosofia e Scienza sono due facce della medesima razionalità: sono visioni del mondo  mai definitive, sempre pronte a superarsi di fronte ad una nuova scoperta o ad un nuovo problema che costringe a rimettere tutto in gioco.

E ancora la razionalità  fa da criterio discriminante tra filosofia da una parte   e arte e  religione dall’altra. Perché se è vero che  anch’esse mirano a cogliere la totalità,  la prima lo fa  attraverso il mito e la fantasia, la seconda attraverso fede e rivelazione.

La filosofia fu una creazione greca. Anche i popoli orientali ebbero una sapienza che tentava di interpretare il senso globale dell’universo e dell’esistenza umana, ma tale sapienza era intrisa di rappresentazioni fantastiche e mitiche.

I Greci introdussero il logos, l’uso esclusivo della  ragione nelle riflessioni sul Tutto.  Questa scoperta greca condizionerà tutta la cultura occidentale, ma soprattutto il nostro mondo, i nostri giorni e noi dobbiamo ricordarci che viviamo come “nani sulle spalle dei giganti”, ossia dei Greci, giacche’ possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l'acume della vista o l'altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla statura dei giganti. 

Consiglio la lettura del testo a tutte le mie coetanee e a chi si accosti per la prima volta al mondo della filosofia e mediante questo iter mi sono venuti alla mente i versi oraziani  “Graecia capta ferum victorem cepit et artes intulit agresti Latio” che stanno a significare come la filosofia, il sapere e lo spirito critico hanno fatto della Grecia storicamente, una provincia romana ma in realta’ i veri ed unici dominatori di tutto il globo furono, sono e saranno sempre solo i Greci. 

Testi consultati:

- Gaarder, J. Il mondo di Sofia. Milano: Longanesi, 1994;
- Gaarder, J. Il mndo di Anna. Milano: Longanesi, 2004;
- Manucci, E. J. La cena di Pitagora. Storia del vegetarianesimo dall’Antica Grecia ad internet. Roma: Carocci, 2008.

Autori: 

Giulia Bozzaotra
Sacile (Italia)
Email: giulia.bozzaotra04@gmail.com 

Prof. Alessio Lodes
Pordenone (Italia)
Email: prof_biblio_lodesal@yahoo.com