Comitiva de Riese Pio X visita o Rio Grande do Sul
O prefeito de Riese Pio X, Gianluigi Contarin, e representantes da cidade italiana localizada na província de Treviso, deu início, na terça-feira (21), a um roteiro pelas principais cidades do Rio Grande do Sul, colonizadas por italianos. Ciceroneados pelos membros locais da Associazione Trevisani Nel Mondo (ATM), a comitiva visitou o prefeito de Porto Alegre, José Fogaça e, à noite, foi homenageada com um jantar no Lindóia Tênis Clube, sendo ciceroneada por integrantes da ATM, entre os quais o diretor da Zamprogna S.A., Marino Bardini. A visita tem por finalidade proporcionar o intercâmbio cultural entre brasileiros e italianos.
Na quarta-feira (22), a comitiva de Treviso visitou a Festa da Uva, em Caxias do Sul, sendo recepcionada pelo Prefeito José Ivo Sartori e integrantes da Comissão Comunitária do evento.
Sobre Riese
Il Comune di Riese Pio X si trova a metà strada fra Castelfranco Veneto ed Asolo nella parte alta della pianura veneta, quella più prossima ai primi rilievi collinari e montuosi. Dominato dal massiccio del Monte Grappa, il suo territorio è morfologicamente diviso in due parti. Quella ad est è costituita da terreni rossastri, a ferretto, particolarmente permeabili quindi tendenzialmente aridi, per la cui coltivazione si è resa necessaria già a partire dal 1436 la costruzione del canale irriguo della Brentella, che con le sue ramificazioni porta l'acqua del Piave a tutto l'alto Trevigiano. La parte occidentale è invece caratterizzata dal sovrapporsi dei depositi alluvionali del Muson, corso d'acqua estremamente capriccioso che percorre tutto il territorio da nord verso sud. Si tratta di terreni più ricchi, non raramente umidi e di resa agricola migliore ("terre grasse').
Questo territorio, interamente pianeggiante, è stato abitato con certezza fin dall'età del bronzo, come stanno a testimoniare alcuni tumuli e i resti di un villaggio individuato ad ovest di Vallà.
La nascita di Riese Pio X
La vera esplosione demografica sembra però essersi verificata in periodo romano. il territorio conserva ancora chiare tracce della centuriazione di Acelum (ora Asolo) al cui municipium apparteneva ed appena a est di Riese corre ancora la Via Aurelia, strada proconsolare fatta tracciare da Caio Aurelio Cotta, governatore della Gallia Cisalpina, nel 74 a.C.. Anche il santuario mariano delle Cendrole ci parla di quei lontani tempi. Forse siamo in presenza di una forma di sovrapposizione di culto di Maria a quello di Diana o di Giunone. Alle leggende, in questo caso, dobbiamo aggiungere il ritrovamento di una lapide che ricorda Lucio Vilonio, governatore romano di Asolo ("quattuorvìr').
Ad età romana possiamo tra l'altro far risalire l'origine del nome delle frazioni di Poggiana e Vallà, rispettivamente riferiti alla presenza di una villa rustica di un tale Paulus (o Popilìus) e ad un probabile campo trincerato (Vallatum) in prossimità del tracciato della Via Postumia antica che passa tuttora poco a sud del territorio comunale. Lo stesso nome di Riese potrebbe avere avuto origine dalla presenza di una villa appartenuta ad un tale Resius.
Riese Pio X medioevale
in fondo, alla caduta dell'impero Romano, la villa potrebbe aver avuto l'evoluzione di tante altre, fortificandosi nei tempi incerti dell'alto medioevo fino a diventare un castello. Con questo nome "castrum Resii"(= castello di Resio) appare per la prima volta in un atto del 972 con cui l'imperatore Ottone 1 donava questo ed altri beni al vescovo trevigiano Rotzo in occasione del matrimonio di suo figlio Enrico.
Probabilmente già nel Viii secolo era però presente una piccola comunità che si raccoglieva attorno alla vecchia chiesa di S. Silvestro (ora demolita) la cui cura era stata affidata ai monaci benedettini nonantolani di Lovadina.
A ricordo di questa chiesa c'è una lapide situata nell'attuale canonica di Riese
Sempre a questo periodo lontano si deve anche d'origine dell'altra frazione, Spineda, che aveva come primitiva dedicataria della chiesa la martire padovana S. Giustina. in tempi un po' più vicini, il castello passò in proprietà della famiglia Da Resio, importante nell'antico comune medioevale di Treviso cui fornì molti uomini di governo e a Spìneda erano presenti i Cavalieri crociati di S. Giovanni che dalle loro proprietà ricavavano di che continuare la loro lotta in Terra Santa.
Anticamente il centro principale era situato alle Cendrole, la cui chiesa risulta essere matrice di tutte quelle contermini, solo a partire dal 1280 il fonte battesimale viene portato nella chiesa di S. Matteo a Riese ma nel frattempo la fondazione della vicina Castelfranco aveva spostato l'antica viabilità sugli assi attuali, allontanandola dal corso del Muson.
Riese nella Repubblica Veneziana
Riese, inserita nel territorio amministrativo della vicina fortezza castellana, segue le vicende di Treviso fino al 1339, anno in cui entra a far parte del primo nucleo del dominio di Terraferma della Repubblica di Venezia cui resterà legata fino alla sua caduta (1797).
in epoca veneziana il vecchio castello passa di mano ai patrizi Gradenigo e Venìer. Viene quindi rimaneggiato e trasformato in un'autentica villa, toccando probabilmente alle funzioni originarie di mille anni prima (ora costituisce la sede dell'amministrazione comunale). Contemporaneamente acquistava una proprietà a nord del capoluogo Tuzio Costanzo, uomo d'armi al seguito della regina di Cipro, Caterina Comaro, che risiedeva nelle vicine Asolo ed Altivole. A lui si deve l'incarico dato a Giorgione di dipingere la famosa Pala del Duomo di Castelfranco. Si fece costruire una villa nel bel mezzo dei suo fondo che, dal nome della famiglia, tuttora viene chiamata Costanza.
L' Ottocento a Riese
Alla caduta della Serenissima, Riese entra a far parte dell'impero austriaco, del napoleonico Regno datala e nuovamente dell'austriaco Regno Lombardo Veneto. Durante tale periodo vi nascono importanti uomini di chiesa: Jacopo Monico e Giuseppe Sarto, poi S. Pio X, papa.
il primo (1778 - 1851) fu uomo di notevole cultura, professore nel seminario di Treviso per diciotto anni. Dopo essersi ritirato a fare il parroco nella vicina S. Vito, diventò vescovo di Ceneda (ora Vittorio Veneto) nel 1823 e patriarca di Venezia nel 1827. il secondo è "la gloria" per eccellenza del paese. Nato il 2 giugno 1835 da Giovanni e Margherita Sanson, ottenne un posto nel seminario padovano proprio per interessamento del conpaesano cardinale Jacopo Monico. Ordinato sacerdote a Castelfranco nel 1858, fu cappellano a Tombolo e, dal 1867, parroco di Salzano. Canonico della cattedrale trevigiana nel 1875, venne fatto vescovo di Mantova nel 1884. Nel giugno 1893 venne fatto patriarca di Venezia dal papa Leone XiiL il 4 agosto 1903 fu eletto papa col nome di Pio X Dal punto di vista strettamente pastorale curò molto l'istruzione religiosa e il canto sacro; dal punto di vista politico invece fu il pontefice che permise ai cattolici italiani la partecipazione attiva alla vita politica dello stato. Con l'organizzazione che seppe dare al movimento cattolico, specialmente nel Veneto, si pose su solide basi il successivo affermarsi dei partiti politici di ispirazione cristiana. Morto il 20 agosto 1914, venne proclamato santo il 29 maggio 1954 e il comune volle arricchire col suo nome quello originario del capoluogo, in segno di riconoscenza verso il più grande dei suoi figli. (Vedi anche: Papa Pio X - i monumenti di Papa Pio X - i monumenti di Jacopo Monico)
Prima e Seconda Guerra Mondiale
Nel 1866, intanto, Riese entrò a far parte del nuovo regno d'italia seguendone le vicissitudini nel bene e nel male. Rimasto sempre un territorio a profonda vocazione agricola si trovò nelle immediate retrovie del fronte quando nel 1917 la sconfitta di Caporetto fece retrocedere le truppe italiane sul Piave e sul M. Grappa e fu percorso da linee trincerate a ridosso del Muson e a nord del capoluogo.
Passò anche questa bufera e dopo lo stagnante periodo del fascismo, passò anche la seconda guerra mondiale. Fra il 1943 e il 1945 tutto il suo territorio entrò a far parte del teatro di operazioni della brigata partigiana "Martiri del Grappa". La comandava il prof. Primo Visentin, di Poggiana. il suo nome di battaglia era "Masaccio "e a lui è dedicata la statua del nocchiero Palinuro di Arturo Martini all'Università degli studi di Padova.
Effettivamente, nato il 17 dicembre 1913, guiderà la nave della nostra libertà attraverso i pericoli dell'occupazione nazista fino a morire (esattamente come Palinuro) quando ormai la fatica era giunta a buon termine. Morì infatti colpito per errore mentre intimava la resa ad un gruppo di tedeschi il giorno stesso della liberazione, domenica 29 aprile 1945. La salma di Masaccio si trova ora in una tomba nel cimitero di Poggiana. Decorato di Medaglia d'oro alla memoria al Valore militare, riposa nel piccolo cimitero del suo paese natale.
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