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La magia del Sulcis Iglesiente, profondo sud-ovest della Sardegna 

di Nicoletta Curradi

Il Sulcis Iglesiente in Sardegna è abitato da più di 5000 anni. Furono infatti i Fenici e i Cartaginesi a scoprire per primi quei ricchi depositi minerari che hanno profondamente segnato la storia di questo territorio, lasciandoci anche incredibili testimonianze oggi custodite in imperdibili siti archeologici.

Il nome della regione deriva dalla città di Iglesias, suo capoluogo e principale città, e dall’antica città di Sulki, oggi Sant’Antioco. 

Vigneti Mesa Foto di Nicoletta Curradi

Itinerario nel Sulcis Iglesiente tra montagne e mare alla ricerca delle origini 

Un itinerario nella parte sudoccidentale della Sardegna è un',ottima proposta turistica per l'autunno, essendo le  temperature più miti rispetto all'estate e scarse le piogge. Tanti sono i  tesori racchiusi in questa zona sospesa tra montagne e mare.
 
Noleggiando un’auto all’aeroporto di Cagliari, ci si dirige verso sud, tra  panorami di rocce rosse e macchia mediterranea lungo la tortuosa statale 293. Arrivati a Nuxis,  si consiglia di deviare verso la chiesetta campestre di S. Elia, immersa nella vegetazione. Seppure molto rimaneggiata, è suggestiva per la sua posizione isolata. 

Di epoca bizantina, edificata con pietre non squadrate e di piccole dimensioni tra il IX e il XII secolo, presenta la tipica pianta a croce greca, con volte a botte e cupola centrale.

Sempre a Nuxis a breve distanza si sosta a Sa Marchesa, un sito Geo Speleo Archeologico in cui la storia geologica della Terra incontra la storia dell’uomo.  Il grande apparato museale spazia attraverso la geologia, la paleontologia, l'archeologia e la speleologia in un viaggio lungo la storia della terra con particolare riguardo al territorio sardo.  Visite guidate sono previste per le aree espositive e per la Grotta archeologica di Acquacadda.

Si prosegue verso Villaperuccio e la necropoli di Montessu, dove  tra grandi cespugli e alberi di olivo si contano numerose “case delle fate”, le Domus de Janas, che, secondo la leggenda, erano piccole fate che abitavano in minuscole case scavate nella roccia. Si tratta di tombe pre-nuragiche scavate più di cinquemila anni fa. Solo con le popolazioni nuragiche le tombe vennero adibite ad abitazioni nel 2000 a. C., ben prima di etruschi e romani.

Vino Santadi Foto di Nicoletta Curradi

Si riprende la strada in direzione di Santadi e di Giba, terra del Carignano del Sulcis, vino doc, rosso intenso e profumato. Il vitigno è tra i pochi che crescono su suoli sabbiosi. Tante le cantine in cui fermarsi per una degustazione, prima di riprendere la statale 293. Santadi con i suoi vini Terre Brune e Rocca Rubia e Mesa con i suoi vini Buio e Gavino, solo.per dare alcuni esempi,  sono vivamente consigliate.

Spettacolare, anche nei mesi meno caldi, è il promontorio di Porto Pino. Dopo Sant’Anna Arresi si estende un arco di sabbie candide che giunge fino ai primi rilievi di Capo Teulada, 4 km di dune da sogno.

Cattedrale di Tratalias Foto di Nicoletta Curradi

Si incontra poi il borgo di Tratalias, paese abbandonato e ricostruito su un’altura negli anni '50, perché l’acqua di una diga artificiale sul rio Palmas aveva messo a rischio le fondamenta delle case più antiche. Queste oggi fanno parte di un borgo "fantasma" e sono state parzialmente recuperate per ospitare attività artigianali e spazi espositivi. Imponente è la cattedrale di S. Maria di Monserrato, splendido gioiello d’arte romanica, con caratteristiche architettoniche uniche nel panorama isolano. Fu costruita tra il 1213 e il 1282.

Dopo ciirca 20 km di strada si raggiungono le grotte Is Zuddas che costituiscono uno splendido scenario sotterraneo creato dall’incessante azione dell’acqua. Il Monte Meana è cosmposto da rocce dolomitiche antichissime e la cavità  comprende diverse sale, ognuna delle quali si differenzia per la particolarità delle concrezioni. La temperatura costante è di 16 gradi e l’umidità vicina al 100%.

Lungo il percorso turistico di circa 500 metrisi ammirano stupende e talvolta imponenti concrezioni: stalattiti, stalagmiti, colate e cannule fino alle rare eccentriche di aragonite cioè formazioni filiformi che assumono spesso forme bizzarre.

La  spiaggia di Porto Botte nel comune di Giba è interessata dai venti quasi tutto l'anno ed è quindi un'ottima location per gli amanti degli sport acquatici come surf, windsurf, wing e soprattutto kitesurf. Inoltre per chi ama la natura è facile imbattersi nei meravigliosi fenicotteri rosa che popolano le paludi circostanti.

Tornando nell'interno, la miniera di Rosas è la seconda più antica concessione mineraria della Sardegna. Nell'antichità tutta l'area è stata interessata dallo sfruttamento minerario da parte dei Romani e poi dei Pisani.La miniera fu concessa nel 1851 per lo sfruttamento della galena e nel 1900 la concessione mineraria fu estesa allo zinco e ai minerali di rame. Nel 1930 lo sfruttamento continuò fino ai primi anni '60 e cessò nel 1979. Nella miniera di Rosas nel 1908 per la prima volta nel mondo fu scoperta dal prof. Domenico Lovisato la rosasite, un carbonato di zinco e rame. Oggi Rosas è un grande museo a cielo aperto in cui gli edifici, gli impianti e le attrezzature si armonizzano con l’ambiente circostante. 

Le antiche case dei minatori, patrimonio Unesco, costituiscono un albergo diffuso in un ambiente ricco di storia e tradizione. 

La cucina del Sulcis è variegata e saporita. Per i.pistti di pesce si consiglia La Peschiera a Sant"Anna Arresi, per i piatti di terra San Leonardo a Perdaxius. 

#visitsulcis

Nicoletta Curradi
ncurradi63@gmail.com