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Banco de Dados facilita as demandas dos descendentes trentinos

Em uma iniciativa inédita na província autônoma de Trento, e possivelmente sem similar em outras regiões, o Archivio Diocesano Tridentino, a partir desta semana, colocou à disposição dos descendentes de imigrantes um banco de dados com as informações anagraficas sobre os trentinos nascidos entre 1815 e 1923,  reagrupados segundo a comune, ou então  gênero, por ano, na totalidade do território.

 O trabalho de organização do banco de dados, iniciado em 2002, contém 1.280 mil fichas catalogadas a partir dos conteúdos dos registros paroquiais, que de 1815 a 1923, tinham a competência exclusiva no âmbito dos registros civis. A pesquisa foi financiada pela Província.

Durante a apresentação do projeto, que aconteceu nesta quarta-feira (23), foi ressaltado que o trabalho resultou em um instrumento que permitirá recuperar a história e a identidade de milhares de trentinos espalhados pelo mundo.  A partir das consultas que agora poderão ser feitas, será possível se obter respostas mais rápidas.
Participaram do lançamento do banco de dados o arcebispo Monsenhor Luigi Bressan, o diretor do Arquivo Diocesano, Dom Livio Sparapani e a assessora para Emigração, Solidariedade Internacional, Esportes e Oportunidades Iguais, Iva Berasi.

Data Base dell’emigrazione trentina: Il progetto Indice dei Nati in Trentino 1815-1923

E’ stato presentato negli uffici diocesani di via Barbacovi a Trento il progetto “Indice dei nati in Trentino 1815 – 1923”. Si tratta di una enorme banca dati che contiene le informazioni anagrafiche su tutti i nati in Trentino nel periodo preso in considerazione. Raccoglie circa 1.280.000 schede compilate a partire dal 2002 (contengono sesso, nome e cognome del nato, data di nascita, nome e cognome della madre, nome del padre, parrocchia di registrazione). Alla presentazione di questa mattina erano presenti l’assessore provinciale all’emigrazione Iva Berasi, l’arcivescovo di Trento S.E. Monsignor Luigi Bressan e il Direttore dell’Archivio Diocesano Don Livio Sparapani.

Le informazioni erano contenute nei registri parrocchiali. Le parrocchie a partire dall’agosto del 1815, sotto l’Impero austriaco, avevano competenza esclusiva in materia di stato civile. Questo fino al 1923, alcuni anni dopo il passaggio del Trentino all’Italia, quando questa competenza passò ai comuni. La Provincia autonoma ha sostenuto e finanziato il progetto, realizzato in collaborazione con l’Arcidiocesi di Trento.

Si tratta, come è stato ricordato nel corso della presentazione, di un nuovo strumento che permetterà di recuperare la nostra storia e la nostra identità riallacciando vicende e affetti, nonostante nella società “liquida” di oggi il dimenticare sembra essere diventato un valore.
“Recuperare la memoria – ha detto l’assessore Iva Berasi – è importante anche per riflettere sull’attualità e per non dimenticare da dove siamo partiti. Questo ci permette di essere più accoglienti con chi vive oggi la stessa condizione dei nostri avi e di creare condizioni e buone relazioni che possano migliorare la convivenza nel rispetto delle regole”.

“Siamo grati – ha aggiunto Monsignor Bressan – con chi ci aiuta a rendere un servizio migliore per la gente che ne ha bisogno”.

Il progetto, nato anche per poter dare risposta alle numerosissime e spesso urgenti richieste degli emigrati trentini che chiedono notizie sulla propria storia anche per poter ottenere la doppia cittadinanza, è stato reso possibile perché già dal 1985 presso l’Archivio Diocesano è disponibile un fondo microfilmato costituito da tutti i registri parrocchiali a partire dal Concilio di Trento fino al 1923. Sotto la supervisione degli Archivi diocesani, si sono alternate al lavoro una quindicina di persone esperte nella decifrazione dei “Libri delle anime”.

Non appena saranno concluse le complesse fasi di controllo ed elaborazione scientifica dei dati si deciderà come valorizzare l’immensa mole di informazioni contenute nel data base e le modalità per renderle accessibili nel rispetto della normativa vigente.