Italianos descobrem que macaco brasileiro sabe valor do dinheiro

O macaco-prego, habitante típico das selvas brasileiras, distanciado 35 milhões de anos do homem em termos de evolução biológica, demonstrou ser capaz de compreender o valor simbólico do dinheiro, segundo constatou estudo inédito desenvolvido por pesquisadores do Instituto de Ciência e Tecnologia da Cognição do Conselho Nacional de Pesquisa da Itália, sediado em Roma. Pela primeira vez ficou demonstrado que os macacos também são capazes de raciocinar com símbolos. A pesquisa do grupo, integrado por pesquisadores italianos e norte-americanos, foi divulgada na última semana na revista  PLoS ONE.

O teste, realizado com cinco animais, envolveu opções  de alimentos e objetos utilizados para simbolizá-los, uma espécie de dinheiro com o qual os macacos podiam fazer uma troca pela comida. Em uma primeira fase do estudo, os animais aprenderam a trocar o dinheiro por alimento. Já em um segundo momento, foi testado se essa capacidade resultava de um condicionamento ou se, efetivamente, os macacos raciocinavam utilizando o objeto como símbolo da comida.

Conforme explica Elsa Addessi, a pesquisa buscou verificar a preferência transitiva ou transitividade, um relevante indicativo do processo decisório. Ou seja, se o macaco preferisse comer A a comer B, e preferisse B a C, inevitavelmente iria preferia A em relação a C. e foi até com uma certa surpresa que os cientistas constataram que os macacos agiam de acordo com a transitividade.

Os resultados dos estudos indicam que os macacos-prego utilizam mecanismos cognitivos similares quando avaliam opções em ambos os contextos, simbólico e real. Mas ainda não foi possível verificar se os animais preferem, assim como os homens, brinca a pesquisadora italiana, usar o cartão de crédito e, infelizmente, gastar mais.

Quem saudou com entusiasmo o resultado do estudo foi o pesquisador Eduardo Ottoni, vinculado ao Instituto de Psicologia da Universidade de São Paulo, que colabora com os colegas italianos em trabalho de campo com macacos-prego no Piauí.

Macaco-Prego (Cebus apella/Cebus nigritus)

O macaco-prego faz parte da família dos cebídeos, de hábito diurno e arborícola, e é encontrado desde a Venezuela até o Rio Grande do Sul. As espécies possuem uma grande variação na coloração da pelagem, variando de amarelo-claro até marrom-escuro. O alto da cabeça, pernas e cauda são sempre numa tonalidade mais escura, a cauda é preênsil. Alimentam-se de frutos, nozes, sementes, flores, insetos, ovos e pequenos vertebrados. Podem viver em bandos de até 50 indivíduos. Os macacos-prego são considerados os primatas mais inteligentes das Américas. É o único primata neotropical que freqüentemente utiliza ferramentas em ambiente natural. As ferramentas mais comuns são pedras utilizadas para quebra de frutos encapsulados (cocos), também utilizam varetas para capturar larvas de insetos e mel de ocos de árvores, e pedras para cavar o solo em busca de raízes comestíveis.

Cebi dai cornetti: abili negli affari

Questa specie, separatasi dall’uomo circa 35 milioni di anni fa, è in grado di dare il giusto valore agli oggetti per ottenere il maggior profitto nello scambio. E’ questo il risultato di alcuni esperimenti effettuati dall’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr di Roma

La capacità di ragionare sui simboli - cioè oggetti che rappresentano altri oggetti - ha inciso fondamentalmente nell’evoluzione dell’uomo. Per le scienze cognitive, una questione importante, ma ancora irrisolta, è se altre specie animali siano capaci di comprendere e utilizzare simboli. Gli unici dati disponibili a questo proposito riguardano gli scimpanzé addestrati al linguaggio, ma poco si sa sulle capacità simboliche di specie animali evolutivamente più distanti dall’uomo.

Recenti studi effettuati dai ricercatori dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Cnr di Roma - Unità di primatologia cognitiva coordinata da Elisabetta Visalberghi, hanno dimostrato che i cebi dai cornetti (scimmie sudamericane delle dimensioni di un gatto) sono capaci di stimare quantità rappresentate da diversi oggetti simbolici e di combinarle fra loro per effettuare le scelte più vantaggiose, un'abilità sorprendente in una specie con cui l’uomo ha avuto un antenato in comune più di 35 milioni di anni fa. “Dopo aver imparato che una rotella di plastica può essere scambiata per tre noccioline, mentre un bullone vale una sola nocciolina, di fronte alla scelta, ad esempio, tra una rotella e due bulloni, quattro dei dieci cebi che hanno partecipato allo studio hanno sistematicamente scelto la rotella, ricevendo così tre ricompense invece di due”, spiega Elsa Addessi, ricercatrice Istc-Cnr. “Di fronte alla scelta tra una rotella e quattro bulloni, i cebi hanno subito modificato la loro strategia e scelto i bulloni, ricevendo così quattro ricompense invece di tre”.

Ma una nuova ricerca del gruppo Cnr, pubblicata questa settimana su PLoS ONE, ha dimostrato che i cebi vanno ben oltre nella loro capacità di usare simboli in modo appropriato.

“In una prima fase dell’esperimento i cebi hanno imparato a scambiare vari oggetti per ottenere diversi tipi di cibi”, prosegue la ricercatrice. “Ad esempio una fîche da poker poteva essere scambiata per un cereale glassato, una rondella di plastica per un pezzo di parmigiano e un uncino metallico per un seme di girasole”. In una seconda fase, i cebi potevano scegliere tra diversi cibi oppure tra i diversi oggetti che rappresentavano i cibi. “Quando hanno scelto tra i cibi, le scimmie hanno rivelato preferenze transitive”, prosegue la ricercatrice. “In altre parole, se un cebo preferiva un cereale glassato a un pezzo di parmigiano e un pezzo di parmigiano a un seme di girasole, preferiva anche il cereale glassato al seme di girasole”.

Sorprendentemente, anche le preferenze espresse dai cebi per gli oggetti-simbolo sono state transitive e quindi qualitativamente simili a quelle espresse nelle scelte tra cibi. “Se una scimmia sceglieva una fîche-cereale rispetto a una rondella-parmigiano e una rondella-parmigiano rispetto a un uncino-girasole, la scimmia sceglieva anche una fîche-cereale rispetto a un uncino-girasole”, dice Addessi. “Tuttavia, quantitativamente, l’espressione di preferenze nel contesto simbolico ha aumentato sistematicamente la distanza tra i valori relativi dei cibi corrispondenti. Ad esempio, quando un cebo sceglieva tra cibi, il valore di un cereale era uguale al valore di due pezzi di parmigiano, mentre quando lo stesso cebo sceglieva tra oggetti che rappresentavano i cibi, il valore di una fîche-cereale era uguale al valore di tre o quattro rondelle-parmigiano. In fondo, non capita forse anche a noi quando invece di usare il denaro usiamo la carta di credito e purtroppo spendiamo di più?”.