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Roma, un canyon di asfalto e cemento

Grazie a tecnologie di telerilevamento messe a punto dal Cnr, è stato valutato lo stato di salute del territorio capitolino. Da Prati all'Eur, da Trastevere alla Magliana, le superfici sono impermeabilizzate da edificazioni e strade al 90%, formando isole di calore fino a quasi 60 gradi

Temperature che sfiorano i 60 gradi. Quartieri edificati e asfaltati per la quasi totalità. E’ la fotografia che emerge dal volume Dalla cartografia storica al telerilevamento: la città di Roma, edito dal Consiglio nazionale delle ricerche e dall’editore Pagine, in uscita il 10 settembre prossimo. Il telerilevamento è una moderna disciplina in grado di rilevare superfici di chilometri quadrati con una definizione di pochi metri “e che rende possibile riconoscere strade asfaltate o ricoperte di cubetti di porfido, lastricati di travertino o terrazze in marmette di cemento, le diverse tipologie di specie arboree e il loro stato di salute, coperture in eternit, temperature di strade, piazze ed edifici”, come spiega Lorenza Fiumi, architetto, ricercatore del Cnr e coautrice insieme con Sara Rossi, docente di urbanistica presso l’Università di Reggio Calabria, del volume che è prefato dal prof. Roberto de Mattei.

Le zone esaminate con due rilevazioni, eseguite a quasi un decennio una dall'altra - giugno 1995, giugno 2004 - sono Prati, Mazzini, Trionfale, Trastevere, Gianicolo, Cavalleggeri, Monteverde, Circonvallazione Gianicolense, Portuense, Trullo, Magliana, a cui si sono aggiunti l’Eur, via Tiburtina, lo stadio Flaminio e le aree limitrofe. I dati sono stati raccolti attraverso lo spettrometro Mivis (Multispectral Infrared Visible Imaging Spectrometer), capostipite di una nuova generazione di apparati sensoriali iperspettrali, messo a punto dal Cnr nell'ambito del Lara (Laboratorio Aereo Ricerche Ambientali) oggi sezione dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico.

“Dalle mappe si conferma che gli elementi naturali quali acqua e verde, ovvero le superfici permeabili, determinano valori più bassi di temperatura al suolo che ben si discriminano dal contesto urbano. Al contrario, per le superfici edificate ed asfaltate ovvero impermeabili, evidenziano range più elevati”, prosegue la ricercatrice del Cnr, “con il risultato che circa il 10% del totale supera i 40 gradi - tra gli altri piazza S. Pietro, i cortili delle ex-caserme di viale delle Milizie, piazza Mazzini e le strade asfaltate più ampie - arrivando per alcune superfici come sedi stradali, piazze o alcune coperture metalliche di edifici industriali fino a valori di 59 °, ottimali per la formazione di isole di calore”.

Oltre alla presenza di asfalto e cemento, anche la conformazione urbanistica favorisce le elevate temperature: arterie stradali affiancate da costruzioni di diversi piani formano cioè dei ‘canyon’ che non permettono la dispersione del calore (dovuto anche al traffico veicolare spesso congestionato) né di giorno né di notte. Nell'angusto ‘canyon’ del quartiere Prati-Mazzini, tra via della Conciliazione, p.le Clodio, via Trionfale, sono frequenti le superfici con valori oltre i 41°, per toccare il valore massimo in piazza Bainsizza con 48°. Verso la zona Monteverde-Gianicolense si incontra il ‘canyon’ di viale dei Colli Portuensi e via del Casaletto e della fitta rete di strade laterali con valori oltre i 41 gradi.

Sorprendenti le elevate temperature registrate nel quartiere Eur. I grandi piazzali dell'Industria e dell'Agricoltura e gli ampi viali Europa, America, nonché via Cristoforo Colombo e il piazzale dello Sport, che pure presenta una modesta alberatura, registra valori oltre i 50°. Solo nei pressi del laghetto si registrano temperature più basse grazie alla presenza del bacino d'acqua e alla folta vegetazione circostante: quest'area ombreggiata e verde, caratterizzata da un'edilizia semiestensiva, costituisce una piccola oasi termica nella parte sud della città. Livelli oltre 55° sono stati registrati anche nell'area di parcheggio dei mercati generali lungo la Via Tiburtina, in contrasto con le temperature della campagna limitrofa, inferiori a 35°. Le mappe termiche confermano elevati livelli lungo i principali assi stradali e in presenza di superfici impermeabili come il piazzale asfaltato del Ministero degli Esteri e le aree adiacenti allo stadio Flaminio.

L'edificato in senso stretto (superficie coperta) ha, nel centro della città, il suo ‘vertice’ nei quartieri Prati-Mazzini-Trionfale (con una media del 47%) e la punta massima in un'area campione interna al quartiere Prati (57%), mentre il territorio Monteverde-Gianicolense ha intensità di edificazione in media del 35%. Incredibile il valore di 72% raggiunto nell'area della Magliana, una periferia nata spontaneamente negli anni '50 in cui convivono abitazioni residenziali, capannoni industriali, impianti sportivi, depositi a cielo aperto ed orti. Le altre aree urbane esaminate attestano percentuali tra il 22 ed il 28%.

“Il problema diventa particolarmente grave se alle superfici coperte da edificazione si sommano quelle asfaltate o pavimentate della viabilità”, precisa però l'autrice. “Si registra allora l'esistenza di altissime percentuali di superfici del tutto incapaci di assorbire le acque piovane per via diretta, che superano spesso il 90% del totale e qualche volta raggiungono quasi il 100%, come nelle aree di Prati, Trionfale e Monteverde. Situazioni abnormi come queste dovrebbero almeno presumere il funzionamento perfetto della rete fognaria, cosa che non sempre accade a Roma”.

Le superfici a prato, invece, sono piuttosto esigue, salvo qualche apprezzabile estensione tra il Gianicolo e i quartieri Monteverde e Portuense: a Prati-Mazzini-Trionfale sono sotto il 5%. “Mentre sarebbe necessario, per ovvi motivi di benessere ambientale, che non scendessero mai al di sotto del 10-15% , anche in aree densamente edificate”. Le alberature di alto fusto hanno qualche ‘apparente’ consistenza, ma si tratta quasi esclusivamente di viali alberati pavimentati. Manca del tutto, nelle aree considerate, l'elemento acqueo in forma di laghi, laghetti, canali che sarebbero un importante fattore di riequilibrio del clima.