Il Crocifisso miracoloso di via del Corso
Nella bella chiesa di San Marcello in via del Corso - Roma - c'è un Crocifisso di legno scuro del XV secolo, di scuola senese. E' così ben eseguito che ha dato origine ad una curiosa diceria: l'anonimo autore, per rappresentare col massimo realismo il trapasso di Gesù, avrebbe ucciso nel sonno un carbonaio. E mentre il poveraccio spirava, velocemente avrebbe tratteggiato la figura del morente per poi intagliarla nel legno.
Il truce aneddoto contrasta con le molte storie di miracoli attribuiti al Crocifisso dai romani: la prima risale al 1519, quando nella notte del 23 maggio un violento incendio ridusse in cenere la chiesa di San Marcello. All'alba apparve alla gente accorsa sul posto una scena di grande desolazione: tutto era ridotto in macerie fumanti. Ma il Crocifisso era integro e continuava a pendere sull'altare maggiore, illuminato dalla lampada ad olio che, pure accartocciata dalle fiamme, ancora bruciava ai suoi piedi. Si gridò subito al miracolo e un gruppo di devoti cominciò a riunirsi ogni venerdì al crepuscolo, per pregare e accendere lampade ai piedi dell'immagine lignea. Con l'andare del tempo il gruppo si fece stabile e formò la "Compagnia del Santissimo Crocifisso", tuttora esistente.
Un altro episodio risale al tempo della grande peste del 1522. Il morbo colpì Roma in modo tanto violento da far temere che la città restasse senza abitanti. Memori del miracolo dell'incendio, i romani decisero di portare il Crocifisso di San Marcello in processione penitenziale. Le autorità cercarono di impedire il corteo religioso pensando al rischio di contagio. Ma la disperazione collettiva non tenne conto del divieto e la scultura del Salvatore fu trasportata per le vie della città a furor di popolo.
Le cronache del tempo raccontano che la processione durò ben sedici giorni, dal 4 al 20 agosto di quell'anno. E questo perché, man mano che si procedeva, la pestilenza regrediva, tanto che ogni rione cercava di trattenere più a lungo possibile la sacra immagine. E quando il Crocifisso rientrò in San Marcello, la peste era del tutto cessata e Roma era salva.