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A maioria dos italianos quer viver em pequenas cidades

Se si potesse scegliere, la maggioranza degli italiani (52 per cento) preferirebbe vivere in un piccolo comune con meno di 5mila abitanti, che garantisce una migliore qualità della vita grazie alla semplicità nel costruire rapporti personali duraturi, un territorio più sano e una maggiore sicurezza ambientale, alimentare e sociale.

E’ quanto emerge dal sondaggio effettuato per Coldiretti in occasione di “Voler bene all’Italia”, la festa nazionale della Piccola Grande Italia di domenica 21 maggio. Un appuntamento che impegna, con molteplici e curiose iniziative, gli imprenditori della Coldiretti residenti nei 5.835 comuni italiani con meno di 5mila abitanti (72 per cento del totale), insieme a Legambiente e a un vasto comitato promotore di associazioni ed enti sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

I risultati del sondaggio on line effettuato dalla Coldiretti evidenziano una netta preferenza degli italiani per le realtà comunali al di sotto dei 5mila abitanti che sconfiggono sia le piccole che le grandi città, ma anche le metropoli urbane. Solo il 9 per cento degli italiani - sottolinea la Coldiretti - vorrebbe abitare in una grande metropoli con più di 500mila abitanti, il 7 per cento in una città con un numero di abitanti compreso tra 500mila e 100mila e il 31 per cento in una con un numero di abitanti compreso tra 100mila e 5mila.

Si tratta però di un sogno che si scontra con una realtà che vede il prevalere sul territorio nazionale delle realtà urbane con un numero di abitanti compreso tra 5mila e 250mila dove la popolazione residente supera i 37,6 milioni e le 13 metropoli con più di 250mila abitanti dove la popolazione supera i 9 milioni anche se nei piccoli comuni risiedono comunque 10,7 milioni di italiani, il 18,4 per cento della popolazione nazionale.

Non è un caso - continua la Coldiretti - che molti stranieri illustri amanti dell’Italia abbiano scelto come “buen retiro” piccoli centri come George Clooney che trascorre il tempo libero a Laglio sul lago di Como (888 abitanti), Mick Hucknall il cantante dei Simple Red  che produce vino a Sant’Alfio (Catania) (1645 abitanti) o Nils Liedholm storico allenatore di Roma e Milan che si “riposa” facendo il vignaiolo a Cuccaro Monferrato (367 abitanti). E da piccoli centri vengono anche grandi campioni nazionali come Valentino Rossi di Tavullia in provincia di Pesaro (4.800 abitanti) o Vasco Rossi di Zocca (4.640) in provincia di Modena e anche figure istituzionali come Franco Marini nativo di San Pio delle Camere in provincia de L’Aquila (554 abitanti) che trascorrerà la Festa nella vicina Castel del Monte (L'Aquila) per un giorno capitale d'Italia dei piccoli comuni.

Una preferenza - continua la Coldiretti – che è implicito riconoscimento del valore della campagna e dei suoi prodotti in queste aree radicati nel tessuto economico, sociale e ambientale. A lavorare nei piccoli comuni sono infatti circa 400mila imprese agricolecon impegnate ad assicurare la salvaguardia delle colture tradizionali, il mantenimento delle tipicità alimentari, la tutela del territorio da dissesto idrogeologico e incendi.

I comuni sotto i cinquemila abitanti coprono un territorio dove grazie all’agricoltura si “coltiva” oltre la metà della produzione agroalimentare nazionale che ha reso celebre il Made in Italy nel mondo. Un patrimonio che - sottolinea la Coldiretti - fonda il suo successo anche sul terreno particolarmente fertile che offrono i piccoli comuni alle produzioni di qualità: nel territorio di tre piccoli comuni su quattro sono presenti allevamenti destinati a produrre formaggi o salumi italiani a denominazione di origine (Dop), mentre nel 60 per cento dei piccoli comuni si trovano gli uliveti dai quali si ottengono i 37 oli italiani a denominazione di origine.

Eccellenze uniche per alimentare il motore della vacanza enogastronomica ed ambientale unico segmento in costante e continua crescita nel panorama di crisi dell’offerta turistica con un fatturato 2006 stimati in 5 miliardi di euro. Un esempio concreto - conclude la Coldiretti - delle grandi opportunità di sviluppo sostenibile dei piccoli comuni dove è necessario recuperare i troppi ritardi infrastrutturali e nei servizi offerti con interventi che vanno dalle tecnologie informatiche alle scuole, dagli ospedali alle poste fino alle edicole, per valorizzare una straordinaria risorsa, che può diventare la forza sociale ed economica di una nuova fase di sviluppo.