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Consumo de alimentos provenientes de animais clonados: italianos no centro do debate

Por meio do presidente do Comitê Científico, o italiano Vittorio Silano, a Autoridade Européia de Segurança Alimentar divulgou seu parecer sobre a utilização, pelos seres humanos, de produtos derivados de animais clonados. Embora reconheça que em alguns casos esse consumo pode não ser seguro, Silano manifestou sua opinião de que o assunto ainda exige mais estudos, no que foi duramente criticado pela Coldiretti, uma das mais importantes entidades de produtores de alimentos da Itália, que considerou o relatório da EFSA ambíguo e que não alerta para os riscos da carne, do leite e do próprio queijo proveniente de animais clonados.

No entendimento de Silano, na verdade, há questões importantes sobre saúde e bem-estar animal no caso de clones e de mães de aluguel que podem ser mais freqüentes e severas do que as que se apresentam para animais criados de forma normal. Ele entende que, no caso de suínos e bovidos, as preocupações quanto à segurança podem ser consideradas normais, mas admite que é preciso considerar que a base para evidência ainda é pequena.

O parecer da EFSA chamou a atenção pelo fato de ir de encontro a uma outra manifestação, que aconteceu no início do ano, quando a entidade declaração que os animais clonados poderiam ser consumidos sem problema.  Mas, segundo a Coldiretti, essa última posição da EFSA contrasta com a decisão do Comitê ético da União Européia, que havia expressado suas duvidas sobre alimentos oriundos de animais clonados, sustentando que no o Gruppo Europeu sobre ética ainda não via motivos convincentes para justificar a produção de comida de animais clonados ou de sua prole.

Uma pesquisa realizada pela Coldiretti apontou que 55% dos italianos  considera necessário que a Itália e a Europa proíbam para sempre a possibilidade de venda de carne, leite e queijo de animais clonados. Outros 36% manifestaram posição de que é necessário etiquetar os  produtos derivados de clonados, para que sejam perfeitamente identificados pelo consumidor.  Apenas 8% dos entrevistados consideraram que a ciência já provou que tais alimentos são equivalentes aos derivados de animais normais.

Leia, abaixo, a posição da Coldiretti

Clonazione: parere ambiguo

Una parere ambiguo che non allontana il rischio che sulle tavole dei cittadini comunitari arrivino carne, latte e formaggi provenienti da animali clonati e per questo occorre vigilare, sulla produzione e sull'importazione. E' quanto afferma la Coldiretti nel commentare il parere definitivo espresso dall'Efsa alla Commissione Europea che nell'aprile 2007 aveva chiesto all'Agenzia europea per la sicurezza alimentare “di valutare sotto il profilo scientifico la sicurezza alimentare e al Gruppo europeo sull'etica di aggiornare il loro parere sulla tecnica della clonazione che si prepara a uscire dai confini della semplice ricerca”.

Siamo pronti ad una forte mobilitazione per impedire che arrivi sulle tavole una allucinante realtà di cui né le imprese, nè i consumatori europei avvertono certamente il bisogno" afferma la Coldiretti chiedere che “al pari di quanto avvenuto negli Stati Uniti anche i grandi gruppi dell'industria alimentare nazionale si impegnino formalmente a non utilizzare prodotti derivanti da animali clonati mentre l'Unione Europea deve introdurre chiari vincoli per impedirne l'importazione”. La clonazione - sottolinea la Coldiretti - non è certo la strada giusta per colmare il deficit di materie che caratterizza alcuni produzioni che possono essere ottenute dalla normale attività di coltivazione ed allevamento.

L' indicazione dell'Efsa non contrasta con quanto già deciso in via definitiva negli Stati Uniti dalla Food and Drug Administration (Fda) che prevede addirittura - sottolinea la Coldiretti - la libera circolazione degli alimenti frutto delle clonazioni come carne, latte e formaggi che non dovranno essere distinti dagli altri con etichette particolari, anche se non ancora operativo. Gli esperti dell'Efsa, pur evidenziando che la ricerca effettuata è ancora limitata, che la situazione scientifica è ancora incerta e in costante evoluzione e che gli animali clonati sono stati colpiti, in quanto a salute e benessere, in modo molto più severo di quelli allevati in modo convenzionale - rileva la Coldiretti - hanno sostenuto che non ci sono indicazioni che sussistano differenze di sicurezza alimentare per latte e carne di animali clonati e della loro progenie.

Dopo oltre undici anni dalla scoperta della pecora Dolly, pubblicata sulla rivista Nature del febbraio 1997, la clonazione – riferisce la Coldiretti - riguarda infatti già molti animali da allevamento e, tra l'altro, è stata annunciata la clonazione “stabile” di un maiale per quattro generazioni dal genetista giapponese Hiroshi Nagashima dell'Università Meiji di Tokyo, mentre sperimentazioni sono state effettuate anche in Italia con il toro Galileo, la cavalla Prometea e anche con un muflone selvatico.

Il parere definitivo dell'Efsa, quindi, contrasta con le decisioni del Comitato etico dell'Unione europea che aveva espresso i propri dubbi sui cibi da animali clonati sostenendo che “al momento il Gruppo Europeo sull'etica non vede motivi convincenti per giustificare la produzione di cibo da animali clonati o da loro prole”. Considerato “l'attuale livello di malattie e di problemi di salute negli animali clonati, il gruppo etico” - riferisce la Coldiretti “ha espresso dubbi sul fatto che la clonazione animale per scopi alimentari sia giustificata eticamente.”

Se la netta contrarietà dei consumatori americani ha costretto le principali industrie alimentari statunitensi come la Dean Food a impegnarsi formalmente a non utilizzare il latte prodotto da mucche clonate, secondo un sondaggio on line sul sito www.coldiretti.it in Italia una netta maggioranza del 55 per cento ritiene necessario che l'Italia e l'Europa proibiscano sempre la possibilità di vendita di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati e ben il 36 per cento dei rispondenti chiede che l'Italia e l'Europa consentano la vendita di questi alimenti con una etichettatura obbligatoria che permetta ai consumatori di distinguerli. Solamente l'8 per cento ritiene - prosegue la Coldiretti - che la scienza ha dimostrato che questi alimenti sono perfettamente equivalenti agli altri ed è quindi necessario consentirne la vendita senza alcun tipo di indicazione, mentre l'1% non in grado di dare una risposta.

La commercializzazione di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati è - conclude la Coldiretti - un rischio inaccettabile che oltre ad un problema di scelta consapevole da parte dei consumatori e di rispetto della biodiversità pone evidenti perplessità di natura etica che occorre affrontare prima che sia troppo tardi.