UIL

Il secondo Dantedi’ in Italia

Di Prof. Alessio Lodes

Il 25 marzo, data che gli studiosi riconoscono come inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia, si celebra in tutta Italia e nel mondo il genio di Dante con tante iniziative organizzate dalle scuole, dagli studenti e dalle istituzioni culturali.

L’Unione Italiana di Lima, in collaborazione con la scuola di italiano per stranieri Degustabruzzo e i professori Clotilde Muzii e Alessio Lodes, mercoledi’ 24 marzo alle ore 22.30 italiane ha festeggiato la vigilia del Dantedi’, con un seminario di letteratura sul sommo poeta e le sue maggiori opere letterarie. La conferenza e’ stata aperta dal prof. Lodes che ha presentato una carrelata delle maggiori opere del sommo poeta, giungendo sino alla Commedia, che ha solo citato, poiche’ sara’ argomento di disquisizione a settembre per celebrare i 700 anni della dipartita del padre della lingua italiana. Il prof. Lodes ha evidenziato come il messaggio del sommo poeta sia universale e atemporale,  ci parla di politica nel senso più nobile del termine, lui che prima ancora che essere  poeta nasce politico e lo rimane per tutta la vita, senza piegarsi a compromessi. Dante fonda la lingua italiana e in questa lingua parla di un viaggio, anche se nella prospettiva della Scolastica, che è l’iter di ogni uomo, di ognuno di noi. In un mondo sempre più secolarizzato molti non credono all’ esistenza di Dio o a un aldilà in cui si possa essere puniti o premiati; spesso ci si interroga, anche se confusamente, su cosa possa accadere dopo la morte. 

La Commedia racconta che cosa accade dopo la morte, ci parla dell’immortalità dell’anima, di libero arbitrio e della responsabilità dell’uomo nella piena determinazione del proprio destino. È un’opera scritta per cambiare la vita degli uomini: il fine del poema, Dante ce lo dice nella discussa Epistola a Cangrande della Scala (XIII, 39) è “removere viventes in hac vita de statu miseriae et perducere ad statum felicitatis, togliere i viventi dallo stato di infelicità in questa vita e guidarli alla felicità”.

Successivamente ha preso la parola la prof.ssa Muzzi che ha presentato dei video girati dai suoi alunni a Vasto in cui venivano citati versi dalle diverse opere dell’autore fiorentino.

Alla conferenza hanno preso parte membri dell’Associazione Classica: Nathaly Pierola e Mariella Cabisso, Hector Zappatero dell’Unione Italiani di Lima, assieme al prof. Federico Mugnoz e altri soci della UIL,  diversi discenti e colleghi di lavoro del prof. Lodes. 

La giornata del 25 marzi in Italia il Prof. Paolo Procaccioli agli Uffizi di Firenze ha effettuato una Lectura Dantis, durante tutta la settimana Rai5 in seconda serata tutti i giorni ha presentato parte dei 100 canti della Commedia di Dante iterpretati da Lucilla Giagnoni e tante altre le iniziative sparse in tutta l’Italia durante il Dantedi.

Alle 21 di giovedi’ 25, il prof. Alessio Lodes, ha tenuto una disquisizione dal titolo “serenata lirica a Beatrice” per la Comunita’ IDR in uscita Cenacolo simposiaco culturale, moderata dal prof. Tiziano Izzo.

Partendo da una citazione del filosofo Schopenhauer  secondo cui “ci si ricorda della propria vita appena appena un po’ di piu’ di un romanzo che si sia letto nel passato”, il conferenziere ha fatto notare che alla fine della propria vita il singolo individuo cosa ricorda della propria gioventu? Poco e quel poco ha confini sempre piu’ incerti. Dante invece ricordava tutto. Non solo gli odi (non e’ raro che gli odi si ricordino a lungo) ma anche gli amori, cioe’ l’amore: "Tu m’hai di servo tratto a libertade / per tutte quelle vie, per tutt’i i modi, / che di cio’ fare avrei la potestate". 

Nella Vita Nova la narrazione consiste in pochissimi nucei narrativi: gli incontri, ricercati con insistenza dal poeta dopo i primi due voluti dal destino; il saluto, capace di donare al poeta una gioia perfetta, una salus spirituale oltre che fisica; la negazione del saluto e il gabbo, lo scherno verso il poeta che sembra aver infranto la fedelta’ nei confronti di Beatrice; le speranze rinate, grazie anche ad una speciale loda, una reiterata celebrazione che viene messa a fuoco nei componimenti pensati per esaltare la natura angelica della donna; la sua morte, puu’ volte preannunciata pero’ ugualmente drammatica e sconvolgente, avvenuta l’8 giugno del 1290 (la data, per una volta, viene indicata, sebbene attraverso complicati calcoli astronomici volti a ricondurla ad una base novenaria). La storia potrebbe forse chiudersi qui, nel momento in cui la persona reale di Beatrice verrebbe a coincidere col personaggio dell’opera: questa soluzione sarebbe soddisfacente per un lettore moderno, magari abituato a un pattern di amore e morte come si trova in molte love stories, e gia’ ovviamente nelle vicende di Romeo e Giulietta o, guarda caso, in quelle dei cognati adulteri protagonisti del quint canto dell’Inferno, Paolo e Francesca. 

Al contrario Dante sin dall’inizio ha intrecciato i fatti veri, secondo il suo racconto, con i propri sogni o vere e proprie visioni, che prefiguravano esiti molto tristi. Il sommo poeta imposta una storia di amore assoluto, fondato su un atteggiamento diremmo oggi iperfeticistico (non solo gli oggetti o le parti del corpo della donna sono coinvolti, ma pesino i suoi gesti, gli atteggiamenti, la postura...), Dante ci dice che diventa poeta, titolo all’epoca riservato a pochi, pe via esperenziale, dimostrando che le sue opere nascono da un coinvolgimento integrale e quasi misterioso. Ribadira’ poi questa vocazione quando affermera’ che la sua prima grande canzone in onore della Beatrice, Donne ch’avete intelletto d’amore, nacque per un’ispirazione improvvisa, e la sua "lingua parlo’ come per se stessa mossa". L’idea di una vis poetica tale da sublimare la competenza tecnico.retorica, in grado di esprimere i pensieri con una perfezione dolce ed inaudita, viene gia’ qui portata a un grado eccelso e verra’ poi riformulata con altre finalita’ nel canto 24 del Purgatorio, dove appunto si troverebbe (il testo risulta pero’ assai controverso) la definizione di Dolce Stil Novo.

Insomma nella Vita Nova Dante per la prima vlta intuisce e si attribuisce il ruolo di poeta moderno, che segue una precisa vocazione spirituale. Questo non gli impedisce di lavorare attentamente, riorganizzando i suoi versi antichi per ottenere un senso imprevedibile prima dell’inserimento nella narrazione della vicenda "beatificata".

 Il prof. Alessio Lodes nella lettura dei testi tratti dalla Vita Nova, e’ stato coadiuvato dagli studenti gemmelli, italocolombiani Giuliana e Gianluca D’Andrea, ex discenti del prof. Lodes, che attualmente vivono e studiano in Canada e che appena terminata la scuola media superiore, studieranno in Italia, alla Bocconi di Milano, ingegneria, seguendo le orme paterne.

Alla “serenata lirica a Beatrice” promossa dalla comunita’ IDR in uscita hanno preso parte anche la professoressa Maria Tramontana, docente di sostegno presso l’Ipsia di Pordenone e diversi studenti dei licei milanesi, alunni o ex alunni dei docenti componenti l’IDR in uscita.

Il prof. Lodes al termine della serata ha ricordato che Dante ha scritto e studiato su libri cartacei e che la cultura nasce dal libro fisico, dal codice; inizia da lì l’e-commerce di Amazon; Facebook misteriosamente porta la parola “libro” iscritta nel nome; e la passione di Steve Jobs per la calligrafia e la tipografia è già leggenda. Fa d’uopo pero’ ricordare che il libro e la cultura devono poggiarsi sul libro reale, la carta e non sull’editoria digitale o libro via etere. Solo riflettendo sulla produzione di un libro cartaceo e’ intuibile che sia necessario  un consumo di energia decisamente inferiore a quella necessaria per costruire un device elettronico e di conseguenza molte meno emissioni di gas climalteranti. Non bisogna poi dimenticare inoltre che i dispositivi tecnologi hanno al loro interno metalli, talvolta preziosi, e/o terre rare. La loro estrazione spesso viene fatta con metodi non sostenibili sia dal punto di vista ambientale che sociale, dato che avviene in alcune zone del pianeta in cui i diritti umani non vengono rispettati.

La prolusione si e’ conclusa ricordando ai partecipanti, quasi tutti docenti professionisti che secondo quanto anche riportato dalla prestigiosa Accademica della Crusca: “la lezione e’ in classe e non sul monitor di un pc” e che quindi la lectio del sommo poeta deve essere anche un monito per tutti i docenti e formatori a riappropiarsi dell’aula e dello spazio fisico della docenza, mettendo da parte DAD e qualsiasi docenza a distanza, non cederndo alle lusinghe autodistruttive e alle dimostrazioni di morte che soprattutto dal web giungono ed annientano sia discenti che docenti, vittime di un complotto politico, portato avanti da una classe poltica tesa a “governare” ancora col motto antico romano” panem et circenses”.

Vittorio Gassman legge Dante - Commedia - Inferno, Canto (Video Youtube)

Prof. Alessio Lodes
Pordenone (Italia)
email: prof_biblio_lodesal@yahoo.com

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